martedì 22 novembre 2011

Distanze e Velocità della Luce

Io vivo in una di quelle città di cui o se ne parla un gran bene o se ne disprezza tutto... una di quelle città che certi giorni sembra regalarti una bellezza infinita e altri ti fa odiare di esserci nato.
Vivere in questa città non è facile e spesso chi ci vive bene lo fa a discapito degli altri, che ad un certo punto decidono di andarsene. Da 4-5 anni a questa parte il mio mondo, il mio microcosmo di amici ha subito un brusco cambiamento, le persone che conoscevo, che frequentavo, i volti noti del venerdì sera, quelli che tantoliincontrisempreprimaopoi non c'erano più, si erano trasferiti.
E tutti sono andati ad affollare la stessa città, Milano. Mi domando come faccia Milano a non straripare, così piena di persone che un giorno decidono che lì c'è lavoro e che quindi vi si devono trasferire.
E così si vive di skype, di sms di socialnetwork, che poi non è mica la stessa cosa.
E vivo con la paura che un giorno anche tu possa andare via, che tra tutti io debba rinunciare anche a te, e allora tutto sarebbe irrimediabilmente diverso, cambierebbero le strade, i percorsi, gli angoli, e le sere a teatro, cambierebbe il mio modo di pensare, il mio modo di vivere questo luogo.
E mi ritrovo a viaggiare alla velocità della luce, lungo distanze temporali infinitamente lontane dove un giovane Lorenzo Cherubini, ancora Jovanotti, canta
"nei tuoi occhi ritrovo i miei giorni di qualche anno fa,
le domeniche senza far niente
e voglia di sincerità..."

4 commenti:

  1. Detesto Jovanotti. Non dico nemmeno che non sia bravo, dico solo che non lo sopporto e provo, sentendo il suo nome, un'irrazionale impulso di prenderlo a pugni, del quale mi scuso.
    La città in cui vivi dovrebbe essere Milano. Ci sono stato una sola volta di passaggio e ne ho un ricordo sbiadito. Non credo sia una buona cosa vivere in una grande città.

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  2. Io e jovanotti abbiamo un rapporto occasionale spesso legato a periodi adolescenziali...No, capitano io non vivo a Milano...

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  3. E già non è Milano. Credo sia quella città incompresa da molti, bistrattata e ferita ma che quando la conosci il suo fascino e la sua bellezza ti si appiccicano sulla pelle e non ti lasciano piu'. Quello che dici lo viviamo in molti, ovunque si abiti.Prima qualcuno per farso figo affermava..io sono cittadino del mondo. Ora per forza di cose in molti lo sono e per necessità.E non per tutti è un avventura piacevole:/

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  4. cleide... mi hai tolto letteralmente i pensieri dalla testa :)

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